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Questo volume si inserisce nel progetto culturale, da quella proposto, grazie all'impiego di una metodologia di studio diacronico e comparatistico, volto all'analisi di un aspetto rilevante dell'istituto della ritenzione: il rapporto tra possessore, debitore principale e creditore ipotecario, relativamente ai miglioramenti apportati dal primo sul bene vincolato in garanzia. L'indagine si svolge lungo un arco temporale che va dall'esame del dibattito nella giurisprudenza romana, attraverso la tradizione romanistica, fino alle "soluzioni" delle codificazioni moderne. La ricerca di un equilibrio "dinamico", tra i tre soggetti coinvolti, comporta la verifica delle condizioni per la concessione al possessore della ritenzione sul bene, fintanto che egli non venga rimborsato delle spese effettuate sull'immobile sottoposto alla procedura esecutiva. La forza "paralizzante" della ritenzione rappresenta, così, lo strumento più efficace di tutela del terzo possessore, estraneo tanto al rapporto obbligatorio tra debitore e creditore, quanto alla costituzione stessa della garanzia reale. Lo spazio di operatività della ritenzione si riduce fortemente (fino al suo completo annullamento) nell'epoca delle codificazioni, dove essa diviene incompatibile con le esigenze della pubblicità immobiliare, della circolazione dei beni e della rapidità del processo di esecuzione, che caratterizzano gli ordinamenti degli Stati nazionali.